Ho frequentato il Liceo Classico
ed ho studiato per 5 anni la grammatica latina. Una noia mortale.
Una delle regole che mi sono
sempre rimaste impresse è proprio questa ‘’Spero, promitto e iuro reggono
l’infinito futuro’’ che, tradotto, suona proprio come sembra, cioè ‘’Spero,
prometto e giuro vogliono sempre l’infinito futuro’’.
Da studentessa era una nozione
come un’altra che serviva a prendere la sufficienza nei compiti in classe, ma,
crescendo, ha assunto un’accezione diversa.
Ah. Una cosa buffa. L’infinito
futuro in italiano non esiste più eppure concettualmente ha una sua importanza.
Ha importanza perché dà l’idea di cosa significano davvero questi 3
verbi: sperare, promettere e giurare.
Lasciamo stare quando lo facciamo
con gli altri, ma quando lo facciamo con noi stessi.
Pensandoci bene, quando noi
vogliamo davvero diventare qualcosa di diverso da quello che siamo, quando
DESIDERIAMO ARDENTEMENTE qualcosa prima speriamo (e molti si fermano lì e non
vanno avanti) e poi promettiamo e giuriamo a noi stessi che raggiungeremo
l’obiettivo.
Il meccanismo è che nel presente
io spero, promitto e iuro per ottenere un risultato nel futuro.
La differenza fondamentale tra le
persone, quella che permette poi di raggiungere i risultati, è che molti si
fermano allo Spero. Vedono il loro futuro possibile metaforicamente seduti e lì
rimangono. Invocano la Fortuna, l’Universo, le leggi della fisica, gli Angeli,
ma non vanno al passo successivo. Ed è per questo che molti iniziali fan della
legge dell’Attrazione rimangono poi delusi.
Non Promettono né Giurano
a loro stessi che ce la faranno e quindi non fanno nemmeno i passi elementari o
al massimo uno o due poi … il nulla. Si demoralizzano e si paralizzano.
E allora cominciano ad incolpare
la Sfortuna e quant’altro.
Quindi, come si fa a sperare lo
sappiamo tutti, ma come possiamo promettere e giurare a noi stessi che ci
impegneremo al massimo per raggiungere il nostro obiettivo?
In 4 passi semplici e lineari:
- Riuscendo a capire cosa desideriamo davvero;
- Identificando il nostro obiettivo con tutte le sfumature;
- Immaginando e trattenendo le emozioni che proveremo quando lo avremo raggiunto (un’arma umana potentissima);
- Stilando un ‘’piano di azione’’ divisibile in piccole tappe che ci permettano di sapere in tempi brevi che stiamo procedendo nella giusta direzione, tenendo sempre a mente l’obiettivo finale.
Con queste 4 mosse possiamo
pensare più realisticamente che le eventuali difficoltà non ci fermeranno.
Quindi, ricorda, SPERO, PROMITTO
E IURO VOGLIONO SEMPRE L’INFINITO FUTURO.
Myriam
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Brava! Il classico sempre al primo posto. Chi lo studia (BENE) sarà tanto tanto "CONTENTO".
RispondiEliminaGreco e latino, lingue affascinanti, altro che lingue morte, e che dire della letteratura?
RispondiEliminaIo,ho frequentato le medie,e questo ritornello lo ricordo ancora.ho 72 anni.il pensiero di Miriam mi fa riflettere ..ciao
RispondiEliminaNe ho 84 e poco fa mi è ritornato in mente. Ma che il latino non sia una lingua morta lo so benissimo anche se vengo dallo scientifico e non dal classico. Ma allo scientifico ci sono andato perché mi ci hanno mandato con il risultato di essere un pessimo matematico ma un discreto poeta.
Eliminawww.poetare.it/santoro/santoro6.html ( e paginecprecedenti)
Complimenti per la mirabile interpretazione filosofica dei tre verbi latini nella successione nella quale li abbiamo appresi a scuola. Io non "li ho appresi" : dico "li appresi" al liceo classico, perché ho 86 anni. Una domanda: perché Lei dice "Non Promettono né Giurano a loro stessi"? Non è più corretto, almeno per noi del Liceo Classico dire: "...a sé stessi"? Cari saluti, Myriam, da Gianni Piccolo.
EliminaLa lingua latina permette di esprimere al massimo il pensiero che si vuole comunicare sia pure con una o due parole: Sic et simpliciter, ad maiora, ad abuntantiam. E tante altre espressioni presenti e
RispondiEliminaAnch'io ricordo benissimo i tre verbi latini":SPERO,PROMITTO,IURO "che reggono l'infinito futuro.Ho studiato latino, 3 anni alle medie(ai miei tempi era una materia viva.Oggi l'hanno fatta morire,ma è rimasta viva nella lingua italiana,come pure il greco).Ho continuato a studiare latino anche alle magistrali. TANTO LATINO!Eravamo tutti imbottiti di latino fino alla nausea.Oggi sono contenta d'averlo studiato.Oggi,anche
RispondiEliminaAccirt
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